Lignago, il magico lago di Valvestino

Cultura

“Te pasaré da Lignàc” (ovvero, “Passerai da Lignago prima o poi”) è un motto ancora oggi molto diffuso nell’alto Garda per indicare metaforicamente un passaggio obbligato.

E proprio nella piccola località in provincia di Brescia, dove dal 1962 sorge il lago artificiale di Valvestino, centinaia di anni fa l’Austria aveva stabilito il confine con la Repubblica di Venezia prima e con l’Italia poi. Simbolo di quella frontiera oggi è il rudere dell’antica dogana, che appare e scompare in base all’altezza delle acque della diga che alimenta la centrale della vicina Gargnano. Nelle ultime settimane il livello si è abbassato a tal punto da restituire l’edificio diroccato in tutto il suo fascino, che non è passato inosservato agli obiettivi di escursionisti e appassionati di fotografia in visita nella Valvestino.

Le rovine della vecchia frontiera – dalla metà del 1700 al 1919 crocevia di merci e uomini per le valli circostanti -, infatti, sono state immortalate sfruttando diverse inquadrature e luci nella vallata, per un risultato di paesaggi incantevoli.

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