Viaggi: Rimborsi di viaggi causa Covid: come fare per richiederli

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L’estate è alle porte, la voglia di vacanze si è moltiplicata a causa dei mesi di lockdown, e c’è la corsa a prenotare la casa per l’estate, l’albergo al mare o in montagna, l’agriturismo, il viaggio più o meno lontano, il traghetto per raggiungere una splendida isola o il biglietto del treno magari per un weekend in una città d’arte.


Ma per quanto la pandemia da Covid-19 stia rallentando e le vaccinazioni stiano sortendo un effetto positivo, il rischio di contrarre questa malattia è ancora in agguato: cosa fare dunque se alla vigilia della partenza risultiamo positivi a un tampone molecolare o a un test antigenico, insomma se ci ammaliamo? Non si partirà, vacanza rovinata e al danno potrebbe unirsi la beffa perché non è poi così facile ottenere il rimborso del denaro speso. Vediamo dunque come fare per non rimetterci soldi, o per lo meno contenere il danno.

Se abbiamo comprato un pacchetto turistico in un’agenzia di viaggi (anche online) o da un tour operator, non esiste una regolamentazione apposita per disdette dovute al Covid-19. Astoi Confindustria Viaggi, che rappresenta oggi oltre il 90% del mercato del tour operating italiano, raccomanda ai suoi associati molta elasticità nel gestire le prenotazioni. Quindi è consigliabile chiedere al tour operator, all’albergo, alla compagnia aerea se sono contemplati, in caso di impossibilità a partire causa malattia da Covid-19, un annullamento gratuito, un rimborso o uno spostamento del viaggio. Spesso in caso di disdetta inviene offerto un voucher da utilizzare successivamente. Ricordiamo una novità, ovvero la legge n.69 del 21 maggio 2021 in vigore dal 22 maggio 2021, che ha esteso la validità di questi voucher da 18 a 24 mesi per quelli relativi a contratti di trasporto, soggiorni, pacchetti turistici, gite scolastiche e viaggi d’istruzione. Solo dopo che sono decorsi 24 mesi dall’emissione, per i voucher non utilizzati è previsto, entro 14 giorni dalla scadenza il rimborso dell’importo versato. Ma Astoi consiglia ai clienti di sottoscrivere un’assicurazione che li tuteli in caso di annullamento del viaggio all’ultimo momento, o di malattia durante il soggiorno. Non pochi tour operatori includono l‘assicurazione nel “pacchetto”. Attenzione, ci sono polizze che non fanno preciso riferimento al Covid-19, ma vale quanto previsto per le malattie in generale, mentre in altre vi sono garanzie specifiche in caso di contagio da Coronavirus (spese mediche, trasporto sanitario e rimpatrio, spese derivanti da tamponi PRC, prolungamento del soggiorno per quarantena).
In realtà non ci dovrebbe essere bisogno di un’assicurazione per tutelare la nostra salute in viaggio in quanto esiste il Codice del Turismo (divenuto norma con il decreto legislativo n.79/2011), che regolamenta gli obblighi e i doveri sia dei viaggiatori che degli operatori turistici (tour operator, hotel, compagnie aeree, ecc). Ed è previsto l’annullamento di un viaggio in caso di malattia improvvisa. Ma ricevere rimborsi (ovviamente legittimi e documentati) da molti operatori non è facile, e occorre andare per vie legali, cosa non semplice , né veloce, né economica, infatti in caso di sentenza negativa si dovranno pagare gli avvocati e le spese processuali. Quindi sottoscrivere un’assicurazione risulta la strada più semplice.

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