Napoli, storia dello stadio Ascarelli

Cultura

Il Calcio Napoli e lo Stadio Ascarelli. Storia di una città che, durante la Seconda Guerra Mondale, perse anche una parte della sua anima calcistica.

La Seconda Guerra Mondiale, a Napoli, fu l'espressione più vera e concreta della follia umana di inizio '900 in Italia. La nostra città, entrata nel conflitto il 10 giugno del 1940 insieme al resto del Paese, dopo aver già subito la propagandistica deturpazione del suo volto urbano con gli orti di guerra, con i poco efficaci blindamenti dei numerosi beni culturali cittadini, e ancor peggio con il sequestro dei materiali ferrosi tra cui cancellate, picchiotti e targhe metalliche dei palazzi partenopei, piombò nella vera dimensione bellica solo dalla sera dell'8 gennaio 1941, quando la guerra iniziò ad assumere la reale forma distruttiva che le compete. Durante i primi mesi del 1941 copiosi bombardamenti inglesi deturparono diverse zone urbane del ‘passato remoto’ napoletano, ma, sfortunatamente, anche alcune belle e significative testimonianze artistiche dell'architettura razionalista del primo dopoguerra italiano furono profondamente colpite e/o cancellate dalla nostra storia locale. Proprio nella notte tra il 10 e l'11 luglio 1941 una pioggia di bombe arrecò gravi danni allo Stadio Partenopeo e alla Piscina XXVIII ottobre, due espressioni del rinnovamento architettonico della Napoli di fine anni venti. In particolare lo stadio, costruito tra il 1929 e il 1930 nel Rione Luzzatti, nei pressi della stazione centrale, era stato progettato da Amedeo d'Albora su commissione del primo Presidente della squadra calcistica del Napoli, l'ebreo Giorgio Ascarelli. La struttura, in grado di contenere circa ventimila spettatori, tanto cara ai napoletani che dal 1926 avevano finalmente ottenuto un'unica e valida squadra di calcio cittadina, fu inizialmente denominata ‘Stadio Vesuvio’ o ‘Stadio Ascarelli’, ma quando si decise di usarla per i mondiali italiani del '34, a causa delle vergognose leggi razziali, fu rapidamente rinominata ‘Stadio Partenopeo’ con il dichiarato intento di nascondere le origini ebraiche del proprietario Giorgio Ascarelli e, ovviamente, non urtare la sensibilità della nazionale nazista! A causa della guerra, e dei numerosi danni subiti dalla struttura nel corso dei bombardamenti aerei sull'area della stazione, dalla quale non era molto distante, lo stadio è andato perduto, e ad oggi l'unico indizio della sua esistenza resta nel nome che mantiene il vicino rione di case, conosciuto appunto come Rione Ascarelli. Accanto alla sua ardita struttura, tra l'altro, sorgeva anche la ‘Piscina olimpionica XXVIII ottobre’, particolare architettura contraddistinta da una volta ordita su moderni archi parabolici in cemento armato, aperta nel 1938 e così chiamata per celebrare la marcia su Roma. Come lo stadio, anch'essa fu vittima illustre degli eventi bellici, e con una demolizione tecnica si perse un'ulteriore testimonianza storica della città. La guerra a Napoli, città più bombardata d'Italia e con i maggiori danni al patrimonio artistico, storico, economico e paesaggistico, diventò una tragedia oltre ogni immaginazione, talmente grande da coinvolgere perfino la cultura sportiva di una metropoli che oggi vive anche del mito calcistico della sua squadra e del famoso Pibe de Oro argentino. Chissà se a Maradona qualcuno ha mai raccontato la vera storia del Gioco Calcio Napoli e di una squadra che, tra le prime in Italia, aveva ottenuto, grazie al suo primo Presidente, un proprio rinomato stadio di proprietà.

Fonte: LA GUERRA DIMENTICATA (I caduti di pietra – Storia di una regione in cui cadde anche la cultura) di Giuseppe Russo – ISBN 978 88 6682 799 3 – Photocity Edizioni Boopen, Napoli, 2016. Sito ufficiale del progetto: www.icadutidipietra.it

Le immagini sono tratte dal ricco corredo fotografico che accompagna il testo citato come fonte, provenienti dagli Archivi americani, da collezioni private dell’Autore e da istituzioni nazionali e locali, tra cui l’I.C.S.R. “V.Lombardi” di Napoli.

Foto 1 – Grazie allo zoom di una foto della ricognizione aerea americana del 9 luglio 1943 si possono notare i gravi danni allo Stadio Ascarelli. Lo stadio fu colpito già dal 1941, con precisione dai bombardieri inglesi che per motivi tecnici e prudenziali attaccavano Napoli di notte.
Foto 2 – Una eloquente immagine dei disastrosi danni subiti da Napoli durante i più pesanti ed efficaci bombardamenti americani. I famigerati B17, le Fortezze Volanti, inflissero gravissimi danni ai nostri monumenti, alle nostre piazze, regge, musei, chiese, industrie e, tra l’altro, anche agli impianti sportivi tra cui l’oramai perso Stadio Ascarelli. In questa foto, tra il fumo generato dalle bombe, si notano altri focolai partire proprio dalla zona dello stadio, colpito ancora una volta perché troppo vicino all’importante area ferroviaria e alle tratte ferrate che intersecavano l’area industriale.

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