Draghi sigla il nuovo accordo miliardario sul gas: quanto vale

Politica

Eni ha firmato un nuovo contratto con Sonatrach, Occidental e Total Energies per l’importazione di gas dall’Algeria. La materia prima arriverà dai blocchi 404 e 208 localizzati onshore, nel bacino del Berkine. Il nuovo accordo consentirà anche la futura valorizzazione di quantità di gas che potranno essere destinate all’esportazione, diversificando ulteriormente le forniture di tutta Europa. E quindi facendo diminuire ulteriormente i volumi che arrivano dalla Russia.

In cosa consiste l’accordo sul gas tra Italia e Algeria
Le attività di esplorazione dei siti e la produzione in Algeria sono regolate da contratti di Production Sharing Agreement e di concessione. Eni è presente in Algeria dal 1981, ed è oggi la principale azienda internazionale del Paese. In Nord Africa ha una produzione equity di 100 mila barili di petrolio equivalente al giorno.

Eni e Sonatrach hanno deciso di potenziare gli investimenti e aumentare le riserve locali di idrocarburi, prolungandone la vita produttiva per i prossimi 25 anni. Il piano di attività concordato include anche nuove tecnologie, per migliorare il recupero delle riserve e ridurre le emissioni di Co2, con progetti di efficienza energetica e decarbonizzazione.

Sonatrach ha fatto sapere che l’obiettivo è quello di estrarre l’equivalente di un miliardo di barili di petrolio in idrocarburi, aumentando il tasso di recupero del 55%. Tutto sviluppando riserve di gas liquido e riducendo l’impronta di carbonio dei campi, attraverso programmi mirati all’abbattimento delle emissioni di Co2.

L’accordo è stato possibile grazie alla nuova legge sull’energia varata dall’Algeria nel novembre del 2019, che ha introdotto la possibilità di condividere la produzione con gruppi esteri. La norma è stata oggetto di un’opposizione serrata nel Paese, con tanto di manifestazioni in piazza. I detrattori ritengono infatti che sia stata venduta una delle risorse più importanti alle multinazionali occidentali.

Quanto vale l’accordo tra Italia e Algeria sul gas
Il contratto siglato dall’italiana Eni, l’americana Occidental, la francese Total e l’algerina Sonatrach ha un valore di ben 4 miliardi di dollari per la produzione condivisa di gas e petrolio. Il presidente Abdelmadjid Tebboune ha sottolineato, a margine del vertice con il premier Mario Draghi, che servirà a rifornire l’Italia con quantità significative di energia.

L’Algeria è diventato il principale fornitore di gas del nostro Paese, superando la Russia. Il conflitto in Ucraina ha infatti spinto tutta Europa a cercare fonti diverse da Mosca e diversificare il più possibile le importazioni. Nei prossimi giorni, come già anticipato qua, l’Algeria invierà ulteriori 4 miliardi di metri cubi di gas verso la Penisola.

Dall’inizio del 2022, dallo stato nordafricano sono arrivati nella Penisola ben 13,9 miliardi di metri cubi di gas. Il 113% di quanto previsto inizialmente. Già ad aprile era stato siglato un nuovo accordo per ulteriori forniture rispetto a quelle concordate in principio, come spiegato qui.

Al vertice presieduto da Mario Draghi e dal presidente algerino Abdelmadjid Tebboune hanno partecipato anche i ministri Luigi Di Maio (Esteri), Luciana Lamorgese (Interno), Marta Cartabia (Giustizia), Roberto Cingolani (Transizione ecologica), Enrico Giovannini (Infrastrutture e trasporti) ed Elena Bonetti (Pari opportunità e famiglia).

Tra Italia e Algeria sono stati firmati diversi accordi e protocolli d’intesa su più temi, come il sostegno allo sviluppo sociale, le start up e la microimpresa, la cooperazione industriale, i lavori pubblici, la protezione del patrimonio culturale e la giustizia, oltre, come già detto, a quelli sulla cooperazione energetica e lo sviluppo sostenibile. Rimane però il dubbio sulla convenienza degli accordi per il gas: come già anticipato qua, quello algerino costa di più.

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