Cultura: Il folklore ai tempi del covid, cambiare, mantenendo le tradizioni

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Oggi, 26 ottobre, ricorre la “Giornata nazionale del folklore e delle tradizioni”. Doveroso, dunque, rivolgere uno sguardo alle nostre personalissime tradizioni popolari. Pur costituendo un caposaldo della nostra cultura, il folklore molfettese ha dovuto piegarsi (ma non troppo) ai cambiamenti degli ultimi tempi. Leonardo Siragusa, presidente del Comitato feste patronali, ci spiega come.
“E’ dalla Madonna dei Martiri che ci siamo resi conto di dover fare dei cambiamenti – afferma – Tuttavia siamo stati l’unico Comitato ad aver permesso lo svolgimento della Festa patronale, seppur ridimensionata, secondo le direttive della Conferenza episcopale”.

Una Festa patronale sicuramente atipica, quella di quest’anno, nella quale le due anime della molfettesità, la religiosità ed il folklore, sono state inevitabilmente scisse.
“A pagarne di più le conseguenze è stato l’aspetto folkloristico – confessa il presidente del Comitato – ma abbiamo fatto il possibile affinché non si perdesse tutto, preservando quegli aspetti iconici che potessero mantenere viva la tradizione: l’illuminazione realizzata ad hoc per la facciata della Basilica, i fuochi d’artificio e le bande itineranti per la città”.

Un ridimensionamento necessario, accompagnato però da altrettanta consapevolezza rispetto alla possibile evoluzione della situazione.
“Le cose stanno peggiorando – prosegue Siragusa – se dovesse bloccarsi tutto per noi, sarebbe impossibile organizzare alcunché. Diversamente, se le cose dovessero rimanere stabili nei mesi futuri, saremmo pronti ad affrontarle. Abbiamo già sperimentato una situazione di restrizione. Sappiamo come muoverci, stiamo già definendo ogni cosa per le prossime ricorrenze”.

La lungimiranza di chi, come il Comitato, conosce i tempi tecnici per la messa a punto di un evento è tale da allungare lo sguardo già al prossimo 9 febbraio, festa di San Corrado. La parola chiave? Buon senso.
“Comprendiamo il malcontento di chi si sente privato dei festeggiamenti consueti – afferma – ma abbiamo fatto e faremo molto più di quanto ci è concesso. Sono molti gli aspetti da considerare, anche se si parla di eventi ridotti, in termini di sicurezza, di precauzioni, di vigilanza. Abbiamo già previsto una preziosa collaborazione con il Ser Molfetta per un aiuto competente in materia sanitaria”.

E con un approccio volto alla digitalizzazione, con l’introduzione di dirette Facebook e video online, il Comitato si dice pronto ad affrontare un momento che, si spera, possa essere “solo” una spiacevolissima parentesi. Una fase che, di qui a qualche tempo, restituirà a Molfetta la bellezza delle proprie tradizioni.
Non c’è spazio per la rassegnazione, ma solo per nuovi progetti; il più ingente, la Festa patronale del prossimo anno: connubio tra il 70esimo anniversario della proclamazione della Madonna come compatriota della città e il conferimento del titolo Civitas Mariae.

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