Brescia, Mussolini e la cittadinanza onoraria

Politica

Salò: la maggioranza dice no, Mussolini resta cittadino onorario

Palazzo del comune blindato e presidiato dalla polizia, in tenuta antisommossa. Poche persone legittimate ad entrate e tutte accuratamente identificate: in questo clima si è svolta, giovedì sera, la seduta del Consiglio comunale di Salò.

La ragione? Tra i punti all’ordine del giorno c’era la mozione – presentata dalla lista di minoranza Salò Futura – riguardante la revoca della cittadinanza onoraria a Benito Mussolini. Si temevano disordini, anche e soprattutto, in relazione all’annunciato – ma mai avvenuto- presidio degli esponenti di Forza Nuova.

Non ci sono state proteste, ma in aula non sono certo mancate le discussioni, e anche piuttosto accese. Da una parte la maggioranza, guidata dalla lista civica di centrodestra Progetto Salò; dall’altra i tre rappresentati del gruppo che ha raccolto la richiesta di revoca dell’onorificenza presentata, nella precedente amministrazione, dal consigliere di minoranza Stefano Zane.

La decisione del Consiglio
Alla fine la mozione è stata bocciata: 14 voti contrari, tutti quelli della maggioranza di centrodestra più due della lista di minoranza Insieme per Salò (vicina alla Lega), e solo tre favorevoli (quelli dei rappresentati del gruppo Salò Futura). E Mussolini resta cittadino onorario della città gardesana già simbolo dell’ultimo periodo del periodo fascista.

“E una mozione strumentale e anacronistica – hanno sostenuto dai banchi della maggioranza – La revoca non porterebbe alcun vantaggio ai cittadini. La cittadinanza è stata mantenuta anche quando in consiglio sedevano persone che di antifascismo e lotta partigiana sapevano molto. Questa mozione è riuscita solo a fare riaccendere l’odio”.

La replica dell’Anpi
Una decisione che non ha però smorzato le polemiche sul riconoscimento concesso a Mussolini nel 1924 dall’allora commissario prefettizio di Salò. Dura la replica dell’Anpi Medio-Garda per cui le motivazioni addotte dall’Amministrazione, sono solo un tentativo di “arrampicarsi sui vetri per mascherare la sostanza di questa scelta”. “Non si vuole proclamare – si legge in un comunicato dell’Associazione – una presa di distanza chiara ed inequivocabile da quella tradizione, da quella figura, da quello che essa rappresenta, ancora oggi, per troppi italiani, per troppi salodiani”.

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