Brasile, Marconi, da Napoli, avrebbe illuminato il Cristo Redentore

Cultura

Fu l’idea del giornalista francese, Assis Chateaubriand, che ha concordò con Guglielmo Marconi, da uno yacht nel golfo di Napoli, avrebbe emesso un segnale elettrico che sarebbe stato captato da una stazione in Inghilterra e ritrasmesso a Jacarepaguà, per illuminare l’imponente opera sul monte del Corcovado, che si affaccia nella baia di Rio De Janeiro.

Ma il maltempo non ha permesso di mettere in pratica questo ingegnoso dispositivo, una battuta d’arresto curiosa, ma insignificante per la storia del monumento che sarebbe diventato un simbolo di Rio.

La statua, alta 38 metri e oltre mille tonnellate, iniziò a essere pianificata nel 1921, quando funzionari religiosi e governativi si incontrarono in un’associazione chiamata Círculo Católico, a Rio de Janeiro, per discutere l’idea, che due anni dopo fù realizzata dall’ingegnere Heitor da Silva Costa che realizzò il primo progetto, l’artista Carlos Oswald curò il progetto definitivo e lo scultore francese Paul Landowski per modellare i pezzi che compongono, in calcestruzzo anziché in acciaio perché questo materiale è più adatto a strutture a forma di croce.

Prima del 2002 per raggiungere la statua era necessario percorrere i 222 gradini che la dividevano dal terminale della linea ferroviaria: una barriera architettonica insuperabile per i visitatori disabili. Da quell’anno, invece, c’è stato un grande processo di rinnovamento della zona per risolvere questo problema: sono stati montati 3 ascenzori panoramici e 8 scale mobili.

Lascia un commento

Il tuo indirizzo email non sarà pubblicato. I campi obbligatori sono contrassegnati *