508 anni fà moriva, Amerigo Vespucci, a 57 anni, a Siviglia, dopo innumerevoli avventure, viaggi e scoperte.
Terzo figlio di Anastasio o Nastagio Vespucci, notaio fiorentino, benestante e ricordato come buon bevitore di vino, e di Elisabetta o Lisa Mini, nobildonna di Montevarchi nacque il 9 marzo 1454, e fu battezzato il 16 marzo 1454, come testimonia l’atto di battesimo di S. Maria del Fiore.
Nel 1489 si trasferì a Siviglia su incarico del banchiere Lorenzo Il Popolano e in tale città conobbe Cristoforo Colombo.
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Nel 1499 si unì ad Alonso De Ojeda, il quale aveva ricevuto dalla Spagna l’incarico di esplorare, in direzione sud, le coste delle presunte Indie raggiunte da Colombo.
Navigatore e profondo studioso dei mari, durante i suoi viaggi esplorò gran parte delle coste orientali del Sud America. Fu tra i primi sostenitori dell’idea che Cristoforo Colombo avesse scoperto un nuovo continente e non una rotta occidentale per raggiungere l’Estremo Oriente per mare.
Vespucci morì il 22 febbraio del 1512 a Siviglia, in Andalusia. Non ebbe discendenza ma lasciò i suoi beni alla moglie, l’andalusa Maria Cerezo.
Si crede che la salma di Vespucci fosse rimpatriata a Firenze e qui tumulata nell’Abbazia di Ognissanti. È più probabile che l’Americo Vespucci tumulato a Firenze sia suo nonno, di stesso nome. La pietra sepolcrale menziona l’anno di decesso 1471.