Musica: Quarant’anni dall’omicidio di John Lennon

Cultura

John Lennon viene assassinato: Una voce dall’ombra «Mr Lennon!» E subito dopo sei colpi di pistola, cinque a segno nella schiena di John Lennon, che cade a terra esanime sotto gli occhi della moglie Yoko Ono, all’ingresso del Dakota Building.



L’attentatore Mark David Chapman viene disarmato e bloccato dal portiere del lussuoso palazzo newyorchese (in cui la coppia risiede), mentre una pattuglia della polizia accorsa sul posto preleva il corpo del ferito e lo trasporta al vicino ospedale St. Luke’s-Roosevelt. Qui arriva dopo aver già perso conoscenza e, pochi minuti più tardi, i medici constatano che non c’è più nulla da fare.



Alle 23,07 di lunedì 8 dicembre 1980, il mondo perde qualcosa di più di un bravo musicista: se ne va un pensatore in anticipo sui propri tempi, uno strenuo difensore della pace, dei diritti umani e del dialogo tra diverse culture, ma soprattutto un opinion leader per i movimenti giovanili dell’epoca.
Ciò spiega perché alla notizia della morte si radunano in migliaia davanti all’ospedale e nelle piazze di mezzo mondo, intonando tra le lacrime le immortali note di Imagine e Give peace a chance, due inni alla pace e all’uguaglianza dei popoli.



A loro Yoko Ono chiederà di riunirsi in una silente preghiera di dieci minuti il 14 dicembre, data in cui tutte le radio di New York smetteranno di trasmettere per la durata della commemorazione. Non mancheranno di esprimere il loro dolore illustri colleghi, come Bruce Springsteen che aprendo un concerto dirà «Se non fosse stato per John Lennon, oggi molti di noi non sarebbero qui».



Dalla ricostruzione postuma dei fatti, emergerà che l’attentatore è una guardia giurata di Honolulu (Hawaii) e che ha viaggiato fino a New York col proposito di uccidere l’ex leader dei Beatles. Le motivazioni che rivelerà agli investigatori diranno tutto del suo squilibrio psichico: la sua indignazione era nata in seguito alla frase di Lennon «i Beatles sono più popolari di Gesù», da lui considerata una bestemmia, e per la contraddizione tra il rifiuto del possesso cantato in Imagine e la ricchezza personale dell’artista.



Si scoprirà anche che Chapman aveva incontrato in mattinata Lennon per chiedergli un autografo e la scena era stata immortalata dal fotografo Paul Goresh. In quella stessa mattinata Lennon era stato ritratto da Annie Leibovitz, nella famosa immagine che lo vede in posizione “fetale”, disteso accanto a Yoko Ono, e aveva registrato il brano Walking on Thin Ice, l’ultimo prima di morire e che verrà pubblicato a gennaio dell’anno dopo.



Nel 1985, in prossimità dell’ingresso di Central Park, vicino al Dakota Building (dove Lennon amava passeggiare), verrà inaugurato lo Strawberry Fields Memorial, un giardino intitolato alla memoria del cantante e musicista britannico (il nome riprende il titolo di una nota canzone dei “quattro ragazzi” di Liverpool), che mostra al centro un mosaico con la scritta «Imagine»; l’opera, donata dal Comune di Napoli, era stata realizzata da artigiani partenopei, sul modello di un antico mosaico pompeiano custodito al Museo Archeologico di Napoli.

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